COME SAREBBE UN MESE SENZA ENERGIA?

Come sarebbe un mese senza energia?

Immaginiamo che per un mese venisse a mancare l’energia. Potrebbe accadere, non è una cosa impossibile, perché le cause che potrebbero provocare un grande blackout sono un eccesso di domanda di energia rispetto a quanto viene effettivamente prodotto; oppure potrebbe dipendere da una qualunque interruzione di linea del sistema di distribuzione. 

Ma cosa succederebbe di preciso? Saremmo in grado di sopravvivere? 

La risposta è ovviamente sì, ma gli effetti di questo “spegnimento” globale colpirebbero qualunque dispositivo o sistema che per funzionare ha bisogno di energia elettrica. Quindi se non tutto, quasi tutto. I primi danni sarebbero a livello individuale, ma a livello più globale i danni sarebbero peggiori. Tutto il mondo sarebbe, di notte, sommerso dall'oscurità. Gli ospedali non potrebbero più assicurare la vita ai pazienti, tenuti in vita da macchine elettriche. Il sistema dei trasporti si bloccherebbe. Le città sarebbero invase da varie forme di saccheggio, l’uomo comincerebbe ad usare soprattutto il puro istinto della sopravvivenza. Non ci sarebbe in giro neanche il carburante. Le fabbriche sarebbero ferme e le produzioni subirebbero un eccezionale blocco. I problemi maggiori si evidenzierebbero nelle grandi città, imperniate proprio su un funzionamento tecnologico. Il genere umano verrebbe catapultato in una situazione inizialmente drammatica, dove cibo e acqua non sarebbero più facilmente alla portata di tutti. Durante questo periodo di blackout bisognerebbe avere in casa la dotazione prevista per eventi di emergenza, quindi tanto cibo e acqua, perché ovviamente anche i frigoriferi smetteranno di funzionare e di conseguenza anche i supermercati non ne potranno usufruire e quindi niente acqua e cibo fresco. Un’altra cosa che bisognerebbe avere è il combustibile per la cottura dei cibi e per il riscaldamento. 


Ovviamente ci sono anche scelte di prevenzione che ci permettono di allontanare questo pericolo catastrofico. Esistono combinazioni di soluzioni, che però richiedono tempo. Serve sicuramente tempo per costruire una rete di distribuzione dell’energia più resiliente. Occorre costruire nuove centrali, aggiungere elettrodotti. Servono impianti di piccola dimensione, come turbine a gas e motori endotermici. Si tratta di dispositivi distribuiti sul territorio, da avviare quasi istantaneamente per riequilibrare il sistema. In più servirebbero impianti dinamici di accumulo per gestire l’intermittenza delle fonti rinnovabili, come solare ed eolico. Infine serve una modalità gestionale avanzata sotto la responsabilità di un’autorità sovranazionale di coordinamento e pianificazione. La realizzazione di tutti questi impianti e programmi richiede capacità, responsabilità, risorse economiche, consenso sociale, volontà politica ma soprattutto tempo…tanto tempo.

Ed è proprio questo, forse, l’ostacolo più imponente.



Forse però il mondo senza elettricità sarebbe un mondo migliore. Magari è proprio la tecnologia la causa della situazione non proprio ideale che sta attraversando il nostro  pianeta. Non ci sarebbero più inquinamenti elettrici ed elettromagnetici. Niente più disboscamenti senza limiti o inquinamenti atmosferici. Probabilmente senza disboscamenti e utilizzo eccessivo del carbone, scomparirebbe anche il problema dell’aumento dell’effetto serra. La mancanza di tecnologia sarebbe catastrofica solo per i giorni iniziali ma poi, lentamente, le persone saprebbero continuare a vivere normalmente. 

Durante il primo lock down, una coppia di due donne, Chiara Ratti e Francesca Fariello, hanno provato a cambiare il loro mondo decidendo di vivere per un mese senza energia. Da questo è nato un personalissimo esperimento di sostenibilità ambientale.

E’ forse questa la soluzione?

Per sapere di più sulla loro esperienza Clicca qui!

E se non ci fosse più elettricità per un anno intero? Guarda il video! 

Fonti: ilgiorno.it, it.emcelelettronica.com, corriere.it

 

Yasmine Cherif, Mariagrazia Daniele - 3°D

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